Bianco e Nero: il dualismo simbolico del pavimento a scacchi

Compenetrazione ed equilibrio dualistico degli opposti
La storia dell’uomo è disseminata di simboli relativi al bianco ed al nero che si susseguono.
Altro esempio di linguaggio universale, la simbologia del bianco e del nero è riscontrabile in diverse culture di epoche e zone geografiche differenti, attraversando i limiti del tempo e dello spazio.
Dal Tao cinese alla scrittura nero su bianco, dall’aquila a due teste all’auriga del Fedro di Platone trainata da un cavallo bianco ed uno nero e ripresa anche dall’arcano maggiore Il Carro dei tarocchi, il bianco ed il nero si aprono a diversi livelli di lettura; uno dei quali è sicuramente la compenetrazione e l’equilibrio dualistico degli opposti.
Simbologia del pavimento a scacchi:
Il pavimento a scacchi presente in alcuni edifici, come chiese e templi massonici, è una delle componenti che vengono percepite per prima durante l’ingresso ed uno dei simboli più evidenti.
La scacchiera è composta da quadri bianchi e neri alternati in maniera perfettamente ordinata e geometrica ed alludono simbolicamente ai contrasti che caratterizzano la realtà e l’eterno dualismo proprio dell’animo umano. Bianco e nero si alternano, contrastano ed inter scambiano in un’eterna opposizione. Vita e morte, luce ed ombra, vizio e virtù, spirito e materia, vero e falso, sono i perenni antagonisti di questa continua lotta che siamo chiamati a gestire.
Dunque chi tra il bianco ed il nero apre e chi chiude gli spazi? Quale parte rappresenta il manifestato? Cosa è vuoto e cosa non lo è?
Compito di colui che desidera svelare la verità, è impadronirsi delle leggi che dominano l’animo umano dove regna la polarità; questo significa armarsi di strumenti per equilibrare questa duplice realtà trasformandola in un carattere unitario, uno spazio di intrecci, di continuo divenire. La composizione di questi contrari va restituita e vissuta come spazio dinamico, come un pavimento che si trasforma in un terreno fertile per il cammino (eternamente in bilico tra principi contrapposti) di chi riesce ad elevarsi da esso.
La lotta si trasforma così in dialogo, l’antagonismo in complementarietà, la scacchiera in mosaico, le piastrelle bianche minacciate in tutti i lati dal nero (e viceversa) diventano quasi un’allusione ad una dimensione in cui ognuna di esse racchiude il suo contrario (come nel simbolo del Tao, la forza che attraversa tutte le cose, composto dai due principi cosmici che vivono in sintonia in un eterno dualismo, racchiudendo in sé stessi parte del loro contrario).
Ciò che è lotta per chiunque, diviene necessariamente un’unità armonica dei contrari per l’Uomo che scegli di sVelare (oltre il velo), dove “ciò che si oppone converge” nel senso eracliteo del termine: la legge segreta del mondo risiede nel rapporto di interdipendenza di due concetti opposti dove “proprio discordando con sé stessi, con essi stessi rimangono concordi: armonia da elementi in tensione, come quella dell’arco e della lira”; tale dimensione è percepibile solo dagli “svegli“, contrapposti ai “dormienti“, i quali “sono tratti in inganno nella conoscenza delle cose evidenti”.
Eraclito infatti riconobbe la legge universale della natura nella dualità che è guerra fra contrari in superficie, ma diventa armonia in profondità.
La dimensione terrena come punto di partenza:
Già dalla posizione che il pavimento a scacchi occupa, è possibile comprenderne l’importanza e notare i richiami ad alcuni dei suoi significati simbolici: la scacchiera sul pavimento sottolinea l’importanza di avere sempre sott’occhio la condizione che ci caratterizza e dalla quale parte il nostro viaggio. In secondo luogo è interessante notare come la scacchiera si trovi per terra ed in contrapposizione all’alto, al soffitto, al cielo; l’opposizione di questi due elementi ne sottolinea il legame con la vita terrena propria di chi poggia i piedi sulla condizione umana finita e fisicamente delimitata, mentre contempla da una struttura infinita e tende all’elevazione ed alla dimensione eterea.
Ma qual è lo scopo di una dimensione terrena legata inevitabilmente al dualismo?
Alcune antiche filosofie orientali potrebbero rispondere che è necessario (non inteso come legato al bisogno, ma al suo significato originale: è così e non può essere altrimenti): l’uomo si trova sulla terra con l’unico scopo di fare ed accumulare esperienze. Le stesse esperienze non sarebbero possibili in una dimensione diversa da quella umana: non fanno infatti parte della dimensione “altra” i segmenti o le parti di una cosa , perché in quel luogo viene percepito il tutto, l’insieme.
Il bianco ed il nero, il loro dualismo e tutte le sfumature di colore fra loro, realizzano le esperienze umane: rendono possibile il giudizio, l’attribuzione di un nome e di una caratteristica alle cose ed aiutano a scegliere.

A prescindere dal significato con cui riempiamo il simbolo ed ai misteri che ne scaturiranno indagandolo, ciò che importa, è che l’alternanza bianca e nera del simbolo fisico diventi proiezione della dualità interiore, dell’Uno che risiede dentro di noi e che siamo chiamati a realizzare; l’elevazione che ricerchiamo passerà dunque necessariamente per un viaggio nella profondità del nostro essere (V.I.T.R.I.O.L.), per la conoscenza e l’accettazione di noi stessi e per la capacità di equilibrare ogni singola parte del nostro animo volgendola al Bene.
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1 commento
Il colore bianco: simbolo di elevazione e libertà – Esplosione Celeste · 25 Novembre 2022 alle 3:35 pm
[…] aver indagato simbologia della sua contrapposizione con il colore nero, possiamo affermare che in generale nella cultura moderna occidentale il bianco viene considerato […]