Equinozio di Primavera

Iniziazione, rinascita ed equilibrio: i passi dell’equinozio di primavera
COSA SI INTENDE CON EQUINOZIO DI PRIMAVERA:
Dopo il solstizio invernale ed i mesi più freddi e bui dell’anno, ciclicamente giunge l’equinozio di primavera.
Il seme che durante l’inverno ha scavato nelle profondità e fatto crescere le proprie radici ben salde nel terreno, potrà germogliare e crescere a nuova vita.
Dopo aver indagando in profondità sé stesso ramificando ben salde ed in profondità le radici e preparato il terreno, l’Uomo di Luce è pronto per fecondare le azioni di domani ed il momento in cui i suoi pensieri si faranno azione e parola.
Il termine equinozio deriva dal latino aequinoctium, da aequus “uguale” e nox, “notte” e durante gli equinozi, simbolicamente giorno e notte si equivalgono, hanno la stessa durata: dodici ore di sole e dodici ore di buio.
Le dodici ore equilibrate fra loro non possono non richiamare il significato di questo numero (la cui somma delle cifre è tre) strettamente legato a ciò che l’equinozio rappresenta: l’iniziazione, la rinascita, l’equilibrio.
LA SIMBOLOGIA DEL NUMERO 12:
Il 12 è infatti il simbolo della prova iniziatica per eccellenza, è il numero dei mesi dell’anno di cui ne rappresenta la pienezza, è di conseguenza il numero dei segni zodiacali e dei cicli lunari, è l’elemento naturale del macrocosmo che venne osservato in tempi antichissimi e tramandato da sempre in tutte le culture: non a caso lo ritroviamo innumerevoli volte nelle tradizioni religiose e nei testi sacri (dodici erano gli apostoli di Gesù, gli dei del monte Olimpo, le tribù d’Israele, le porte della Gerusalemme celeste, etc) fino a tempi più moderni (dodici i paladini di Carlo Magno
ed i Cavalieri della tavola rotonda di Re Artù, etc). L’ingresso nella pubertà avviene a 12 anni, il giovane è dunque pronto a diventare uomo, a superare ogni ostacolo, difficoltà o prova, un ciclo si è compiuto e concluso, l’iniziazione dunque darà il via ad un ciclo nuovo.
Nella smorfia il 12 è rappresentato dal soldato che affronta la battaglia, nei tarocchi l’arcano maggiore n’ 12 è l’appeso: si tratta di un “un uomo che si è sottoposto volontariamente a un processo di iniziazione da cui emergerà trasformato, egli giungerà a un rinnovamento totale del proprio essere”. Non a caso 12 sono le prove iniziatiche che dovranno affrontare Ercole e Venere.
IL RISVEGLIO DELLA NATURA E LA RINASCITA SPIRITUALE:
Se dunque il dodici (e tutto ciò che simboleggia) vive l’equinozio in perfetto equilibrio con il suo opposto, non possiamo che riconoscerne un’eco che risuona in ognuno di noi. Vivere e godere di questo raro momento in cui tutti dualismi nei quali vive l’uomo si trasformano nel perfetto equilibrio, ci ricorda ciò a cui dovremmo tendere: l’armonia fra gli opposti, lo stato di benessere dell’assenza di eccessi. Sole e luna, vizi e virtù, luce ed ombre vengono perfettamente bilanciati permettendo di camminare in maniera retta nella sottile linea che divide il bianco dal nero. Luce e tenebre vivono dunque questa giornata in perfetto equilibrio, l’universo intero si configura come un insieme ordinato in un punto zero dove il caos lascia posto all’armonia e dove dal giorno successivo prenderà piano piano spazio la Luce.
La rinascita del sole, il nuovo inizio si realizza infatti durante l’equinozio di primavera.
Sulla linea dell’equatore durante gli equinozi con il sole allo zenit a mezzogiorno simbolicamente le ombre non esistono, non si creano perché i raggi solari raggiungono la linea equatoriale terrestre e tutti i corpi sopra di essa con una perpendicolarità perfetta. Quest’assenza di ombre non durerà che un breve istante, come a ricordare ad ognuno di noi quanto sia delicato e fugace, quanto sia complessa ed importante la realizzazione di questo momento di transizione volto a dar spazio alla luce in uno slancio di nuova vita.
La fugacità di questo equilibrio è riscontrabile anche dal fatto che già pochi istanti dopo l’arrivo della primavera, fuori e dentro di noi si creeranno le potenti energie esplosive della rinascita.
Dal punto di vista astrologico infatti, nell’equinozio primaverile si ha l’ingresso del Sole in Ariete, il primo dei dodici segni zodiacali, il segno della sua esaltazione, della nuova partenza, dell’iniziativa, dell’intelletto, della vitalità e dell’energia impetuosa. Simbolo di chi sconfigge le tenebre che hanno dominato tutto l’inverno, l’Ariete è governato da Marte e dal fuoco esplosivo, purificatore ed impetuoso (talvolta distruttivo) che infiamma in maniera così invadente da diventare energia vitale e creatrice.
Allo stesso modo anche la terra e l’uomo vivono lo stesso inizio, vivono l’energia vitale e creatrice dove la pianta fuoriesce finalmente del terreno, i fiori si schiudono riscaldati dal sole, gli animali si risvegliano dal letargo e le forze vitali delle piante si proiettano verso l’alto.
Ogni anno a primavera, con l’equinozio si celebra la fertilità della terra, la rinascita e il risveglio della Natura che cambia completamente suo aspetto.
Anche l’uomo si rinnova (il corpo umano infatti rinnova ad esempio parte dei capelli, della pelle e del sangue) e sarà quest’uomo rinnovato a vivere la sua rinascita spirituale, l’inizio del vero nuovo anno nel momento di reale principio del suo ciclo eterno (non è un caso che in alcune culture l’equinozio di primavera coincida con il capodanno).
RITI E TRADIZIONI DELL’EQUINOZIO DI PRIMAVERA:
Il rinnovamento della natura e dell’uomo trovano la loro espressione in una moltitudine di riti e tradizioni che coinvolgono la stragrande maggioranza delle culture. In tutte troviamo elementi simili, spesso coincidenti, e richiami l’una dell’altra.
Il tema della rinascita per eccellenza viene espresso con i festeggiamenti della Pasqua, ma ritroviamo altre festività legate alla ripresa dell’agricoltura nella cultura egizia o il “Fuoco Luminoso” nella tradizione celtica, come l’accensione dei fuochi nelle nostre comunità contadine, o i festeggiamenti per la dea Eostre o Ostara (da cui derivano il termine tedesco ed inglese Oster e Easter) alla quale si offrivano uova di serpente dipinte a rappresentare le resurrezione e vita eterna delle forze cosmiche della Natura e la rigenerazione per mezzo di esse.
In tutte queste tradizioni e riti (ed in molte altre) è possibile ritrovare costantemente due elementi dall’enorme valenza simbolica: il fuoco e le uova. In particolare in una di queste festività alla quale abbiamo personalmente partecipato molti anni fa, sono presenti entrambi: mi riferisco ai festeggiamenti del capodanno persiano, di origine pre-islamica, e presente tutt’oggi in molti paesi dove è presente forte una comunità iraniana.
Nowruzè il primo giorno di primavera che coincide col il loro capodanno e in persiano significa “nuovo giorno” , rinnovamento e speranza in un futuro migliore. Oltre alle innumerevoli tradizioni folkloristiche e simboliche attorno a questa festività, ricordiamo in maniera vivida due rituali in particolare: la gara con le uova ed il salto del fuoco.
La prima consisteva nel decorare un uovo sodo a testa, in seguito una moltitudine di persone a due a due si sfidavano colpendo con il vertice superiore del proprio uovo quello dell’avversario. Nel momento in cui il guscio si rompeva lo sfidante veniva eliminato, mentre gli altri continuavano a sfidarsi fra loro fino a che non rimaneva un solo vincitore. Il simbolo dell’uovo, che ha una sua ennesima declinazione nell’ambito dei festeggiamenti della Pasqua cristiana, è fecondità, vita eterna e resurrezione, è l’uovo filosofale degli alchimisti, l’uovo della Fenice che risorge e si rinnova, l’Uovo Cosmico o Uovo del Mondo, è l’uovo della Dea Eurinome da cui nasce tutto il creato o, secondo le dottrine dei Veda, la vita che si crea quando Brahma si racchiude nell’Uovo del Mondo.
Sempre durante i festeggiamenti del capodanno iraniano eseguimmo il salto del falò, la festa del fuoco Chaharashanbe Suri che si compie solitamente l’ultimo lunedì dell’anno (persiano). Si tratta di una festa allegorica che racconta la sconfitta delle tenebre da parte della luce. Solitamente si accendono dei falò per strada e ci si salta sopra in maniera da oltrepassarlo. Soprattutto i giovani vengono invitati a vincere la paura e compiere questo gesto, pronunciando la frase “Zardi te man az to, sorkhiye to az man“, letteralmente “il colore giallo a te, il tuo colore rosso a me”, che simbolicamente significa “la mia debolezza a te, la tua forza a me”, perché il fuoco assorba gli elementi negativi presenti nella persona (il “giallo” parla di malattia e debolezza cedendole in cambio la sua energia e salute, il “rosso”).
Il fuoco simboleggia la purificazione volta ad un nuovo inizio, le sue fiamme, la mobilità in avanti e verso l’alto, il passaggio tra le fiamme, le aspirazioni di carattere solare e luminoso, la distruzione costruttiva, la passione, il calore, la direzione chiara, la libertà, il sole, la luce.
E’ interessante riscontrare come dietro un’antica tradizione, dietro un uovo ed un falò, vi sia la sintesi fra energia in atto ed energia in potenza, l’embrione primordiale da cui scaturisce l’esistenza ed il superamento delle paura, l’abbandono delle energie negative, la luce alla quale dobbiamo sempre e costantemente puntare perché si compia la profezia dell’Ariete che, non solo vive del e nel sole, ma gli volta le spalle perché possa illuminare il suo cammino.
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Beltane: 1 maggio, la festa del “Fuoco Luminoso” – Esplosione Celeste · 1 Maggio 2020 alle 9:53 am
[…] tratta di un momento molto particolare: situato a metà tra l’equinozio di primavera e il solstizio d’estate, Beltane è il giorno in cui incomincia la fase estiva delle […]