Solstizio d’inverno

IL RINNOVAMENTO e IL NUOVO INIZIO DEL SOLSTIZIO D’INVERNO:
Il Solstizio d’Inverno è conosciuto come il giorno “più corto dell’anno”, vale a dire quello con il minor numero ore di luce solare.
Coincide con il momento nel quale raggiunge il suo punto di declinazione minima, cioè nel suo moto apparente il Sole sembra fermarsi in cielo, smettere di calare rispetto all’equatore celeste per poi invertire il suo cammino e riprendere il movimento.

L’apparenza di questo momento distasi può essere ritrovata anche nell’etimologia della parola“solstizio” che deriva dal latino solstitium, composto da sol (sole) e stare (fermarsi), letteralmente sole fermo.
Per questo motivo per la maggior parte delle persone si tratta della fine di un processo, di un momento di stasi ed inattività in cui il Sole precipita nell’oscurità, un momento buio, freddo, complicato dove i prodotti della terra sono privi di vita e gli animali vanno in letargo.
Una dinamica molto simile accade in cielo ogni mese: il Novilunio, la fase in cui l’emisfero lunare si trova completamente in ombra, nonostante l’inattività apparente, è un importante passaggio di chiusura con il passato e di preparazione alla rinascita. E’ il momento più adatto per lo studio, la meditazione, è il momento in cui è bene godere del silenzio e della quiete apparente, della fase introspettiva in cui sarà possibile raccogliere le energie per preparare il terreno e fecondare le azioni di domani.
Ma chi indaga questi argomenti sa che si tratta di un nuovo inizio, perché la fine è sempre inizio di qualcos’altro, è il processo di conoscenza che ricomincia ma ad un livello sempre più alto e consapevole; è il Sole che, passato quel momento di stasi apparente, inverte la rotta e riprende il suo cammino.
Lo stesso accade durante il Solstizio: il seme che si trova nella terra fredda ed apparentemente inattiva non coincide con la stasi, non è privo di vita, ma si tratta di un germoglio in potenza che, dopo aver scavato nelle profondità e fatto crescere le proprie radici ben salde nel terreno, potrà germogliare e crescere a nuova vita.
Il neo iniziato è simile a questo seme: apparentemente può sembrare statico, non vitale, non fecondo, in realtà sta scavando ed indagando in profondità sé stesso,levigando la pietra grezza, studiando gli strumenti, costruendo le fondamenta del suo tempio interiore, ramificando ben salde ed in profondità le radici e preparando il terreno per fecondare le azioni di domani ed il momento in cui i suoi pensieri si faranno azione e parola.
Tutto questo era ben chiaro alle popolazioni antiche, ben più coscienti e capaci di osservare gli andamenti ed i cicli naturali: ai giorni nostri senza rendercene conto riprendiamo e ripercorriamo rituali e tradizioni ben lontani nei secoli. A differenza di oggi nell’antichità periodi di questo tipo erano veramente momenti di estrema difficoltà, di fame e mortalità elevate: il momento che segnava la fine del buio ed un lento ma graduale ritorno alla Luce, non poteva che essere festeggiato perché era visto come un chiaro simbolo di rinascita.
Durante la festa celtica di Yule pare venisse introdotto l’albero sempreverde come simbolo della vita che resiste all’inverno ad alle avversità, una tradizione che ritroviamo ai giorni nostri sotto forma di albero di Natale e che ritroviamo durante alcuni rituali di celebrazione moderna del Solstizio d’Inverno.
Nell’antica Roma in quel periodo si festeggiavano i Saturnali, le feste dedicate al dio dell’agricoltura Saturno ed era abitudine invertire temporaneamente i ruoli fra schiavi e padroni, forse proprio per richiamare l’inversione di rotta del Sole che, toccato l’apice nel momento di massima oscurità, riprende il suo camino di rinascita e crescita.
Più conosciuta ancora forse è la festa del Sol Invictus, originariamente nata in Siria ed Egitto, era la vera e propria celebrazione della rinascita del Sole;secondo alcuni rappresenterebbe l’origine pagana del Natale, vista il chiaro parallelismo simbolico-religioso della rinascita del sole identificata con la venuta del Messia cristiano.
In linea con tutte queste antiche tradizioni e con una particolare attenzione ai cicli ed al fluire circolare dell’universo, l’Uomo di Luce smarritosi si ritrova, si eleva e ricomincia il suo percorso ad un altro livello: il Solstizio d’inverno è infatti il passaggio dalle tenebre alla luce.
“Chi non persiste a lavorare su di sé, condanna il suo animo ad un inverno eterno”
Felice Solstizio e buona rinascita !
E.C.
3 commenti
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