La notte del 31 ottobre: tradizione e significato esoterico

Il 1° novembre rappresenta un passaggio simbolico da un periodo a un’altro, dall’era dell’abbondanza a quella della gestazione.
Che i morti, anonimi o eponimi, siano simbolicamente presenti a questa data non ha nulla di stupefacente. In tutto l’Oriente ed in Egitto per esempio, si svolgevano molte feste che riguardavano la morte e la resurrezione, tanto della natura degli umani che degli dei, e che culminavo al solstizio d’inverno quando il sole (sol) fermava la sua discesa (stat= solstizio), e dunque rinasceva. Durante tutto il mese di khoiak (17 ottobre – 15 novembre) si svolgevano le feste che riguardano gli dei Sokar ed Osiride. Dunque la festa dei morti esisteva già in Oriente precristiano, e divenne d’Ognissanti come commemorazione di tutti i martiri della fede. È stata introdotta in Occidente dal Papa Bonifacio IV, verso la fine del sesto secolo e fissata al 13 maggio, in onore di tutti i santi ed in particolare di Maria.
Nella tradizione celtica durante il Capodanno (il Samhain che durava dalla sera del 31 ottobre a quella del 1 novembre) più che la nascita del nuovo anno, veniva celebrato il momento della sua morte.
“Samhain era la festa del passaggio dalla luce al buio, dalla vita alla morte, dal naturale al soprannaturale. Si trattava di un delicato momento di transizione, in cui il velo che copriva il mondo diveniva più sottile e si sentiva tangibile la potenza cosmica e si poteva venire in contatto con la profonda magia dell’universo.
Il punto più delicato di questa giornata cadeva ovviamente nella notte vigiliare, quella tra il 31 ottobre e il 1° novembre. La notte di Samhain [oíche samna] era il momento più intenso, misterioso e solenne dell’anno druidico. Quella notte le barriere dei mondi cadeva, si aprivano le porte dei sídhe, il nostro e l’altro mondo si confondevano e gli esseri soprannaturali si manifestavano in maniera molto più intensa e reale che in qualsiasi altra notte dell’anno.
Le anime dei defunti ritornavano e si rendevano visibili …”
– La Ruota dell’Anno –
In perfetta analogia cosmica, nella notte di Samhain si celebra la morte iniziatica, concetto presente in ogni tradizione esoterica, la necessità di spogliarsi di convinzioni troppo legate alla materia per permettere a una nuova e più elevata vita di schiudersi davanti ad occhi rinnovati in grado di vedere la luce. Lo Scorpione ricorda che è nell’acqua, simbolo dell’inconscio e del caos primordiale, che la vita inizia. Siamo nella fase oscura, nella quale predomina la notte rispetto al giorno.

A seguire giunge la ricorrenza del Giorno dei Morti che venne celebrata per la prima volta nel cristianesimo intorno al X secolo. A quel tempo, Sant’Odilone, abate di Cluny, udì da un pellegrino dell’esistenza di un’isola dove si potevano ascoltare le anime del purgatorio che pregavano per la loro liberazione.
Egli allora promulgò una legge in cui tutti i monasteri della sua congregazione dovevano celebrare il 2 novembre il Giorno dei Morti. Nel XIII secolo, la festa era ormai riconosciuta da tutta la Chiesa Occidentale.
Presente anche in altre culture, i buddhisti celebrano i loro defunti il 15 aprile, anniversario della morte di Buddha, gli antichi romani invece durante i Parentalia, dal 13 al 21 febbraio.
Buon passaggio, buona via verso la rinascita !
E.C.
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